Approvato il nuovo Codice dell’amministrazione Digitale

Svolta epocale…
CONSIGLIO DEI MINISTRI

PA, stretta sulla dematerializzazione: approvato il nuovo Cad

Ok dal Cdm alla versione aggiornata del Codice dell’amministrazione digitale in vigore dal 2005: spinta all’uso di procedure elettroniche e obbligo per le amministrazioni di creare un ufficio unico per l’Ict. Previste sanzioni per gli enti inadempienti. Brunetta: “Una grande riforma”

Il Cdm dà il via libera al nuovo Codice dell’amministrazione digitale. Ad annunciarlo lo stesso ministro Brunetta che la riforma l’ha a lungo sostenuta. “Oggi abbiamo approvato il nuovo codice dell’amministrazione – ha detto nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri di stamattina – È un provvedimento di estrema importanza di digitalizzazione della pubblica amministrazione, uno dei punti del programma di governo che fa seguito al codice del 2005 del ministro Stanca: è un aggiornamento, un rilancio di quel codice”.
“Oggi – ha concluso – viene completata una grande riforma della pubblica amministrazione”.

Le nuove regole destinate a far decollare la PA verso l’era digitale vennero approvate in via preliminare lo scorso febbraio. In dieci mesi il testo della riforma ha subito una serie di modifiche, passando anche al vaglio del Consiglio di Stato e ottenendo, a metà novembre, l’approvazione delle commissioni parlamentari.

Nello specifico la riforma punta su quattro direttici: premiare le migliori pratiche; assicurare un miglior servizio e relazioni semplificate con i cittadini e le imprese; implementare e controllare la digitalizzazione dell’amministrazione e alimentare tale processo con i risparmi derivanti dalla riorganizzazione delle strutture e dei servizi; incrementare la sicurezza dei dati, dei sistemi e delle infrastrutture.

I maggiori benefici si realizzeranno nei settori sanità e giustizia. Il Cad introduce misure premiali e sanzionatorie, incentivando o sanzionando le amministrazioni con la possibilità di quantificare e riutilizzare i risparmi ottenuti grazie alle tecnologie digitali (principio di effettività). Dalla razionalizzazione della propria organizzazione e dall’informatizzazione dei procedimenti, le pubbliche amministrazioni ricaveranno risparmi che potranno utilizzare per l’incentivazione del personale coinvolto e per il finanziamento di progetti di innovazione (principio di risparmio)

“Il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale segna così il passaggio dall’amministrazione novecentesca (fatta di carta e timbri) all’amministrazione del XXI secolo (digitalizzata e sburocratizzata), modernizzando la PA con la diffusione di soluzioni tecnologiche e organizzative che consentono un forte recupero di produttività fanno sapere da Palazzo Vidoni – La riduzione dei costi di transazione che risulterà da tale processo di digitalizzazione, si rifletterà in un aumento dell’offerta di lavoro e risparmi monetari. Questi possono tradursi, per i consumatori, nell’acquisto di una maggiore quantità di beni forniti dal settore privato e, per le imprese, in una riduzione dei costi unitari di produzione”

Obiettivo di Brunetta, in coerenza con il piano E-gov 2012, è quello di sburocratizzare ed efficientare entro i prossimi 3 anni l’amministrazione. Queste le tappe del processo:
– entro 3 mesi le pubbliche amministrazioni utilizzeranno soltanto la Posta Elettronica Certificata (Pec) per tutte le comunicazioni che richiedono una ricevuta di consegna ai soggetti che hanno preventivamente dichiarato il proprio indirizzo;
– entro 4 mesi le amministrazioni individueranno un unico ufficio responsabile dell’attività Ict;
– entro 6 mesi le pubbliche amministrazioni centrali pubblicheranno i bandi di concorso sui propri siti istituzionali;
– entro 12 mesi saranno emanate le regole tecniche che consentiranno di dare piena validità alle copie cartacee e soprattutto a quelle digitali dei documenti informatici, dando così piena effettività al processo di dematerializzazione dei documenti della PA.
Con le nuove regole gli enti non potranno richiedere a cittadini e imprese l’uso di moduli e formulari che non siano stati pubblicati sui propri siti istituzionali. Facilitazioni anche per Il cittadino che fornirà una sola volta i propri dati alla Pubblica amministrazione: sarà onere delle amministrazioni in possesso di tali dati assicurare, tramite convenzioni, l’accessibilità delle informazioni alle altre amministrazioni richiedenti;
– entro 15 mesi le pubbliche amministrazioni predisporranno appositi piani di emergenza idonei ad assicurare, in caso di eventi disastrosi, la continuità delle operazioni indispensabili a fornire servizi e il ritorno alla normale operatività.

Dopo la Riforma Brunetta della Pubblica amministrazione (il decreto legislativo n. 150/2009) l’approvazione del nuovo Cad va a costituire così il secondo pilastro su cui poggia il disegno di modernizzazione e digitalizzazione della PA definito nel Piano industriale presentato dallo stesso ministro Brunetta nel maggio 2008.

“Resasi necessaria per effetto della rapida evoluzione delle tecnologie informatiche, la Riforma risponde in maniera puntuale alla necessità di mettere a disposizione delle amministrazioni e dei pubblici dipendenti strumenti (soprattutto digitali) in grado di incrementare l’efficienza e l’efficacia dell’intero sistema pubblico – conclude la nota del ministero – I cittadini e le imprese richiedono infatti mezzi più snelli, rapidi e meno costosi per comunicare con le pubbliche amministrazioni. L’obiettivo è quindi evitare che strutture obsolete e procedure interminabili continuino a gravare il sistema Italia di costi e di adempimenti tali da scoraggiare l’afflusso di capitali internazionali a vantaggio di Paesi, anche emergenti, che hanno più decisamente imboccato la strada della modernizzazione e della semplificazione amministrativa”.

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